Dopo i fantastici tutù di Sanremo, le magie del carnevale, con tutta la leggerezza che ne deriva ci tengo a
trattare la giornata dell’8 Marzo con il dovuto peso.
Da sempre le donne vittime di VIOLENZE verbali, fisiche, psichiche, hanno lottato e dato la vita per ottenere
la famosa INDIPENDENZA ed EMANCIPAZIONE.
La giornata internazionale della donna oggi prevede feste a tema, spogliarellisti e night club. Non
dimenticatevi però delle enormi sofferenze e del dolore che hanno vissuto le nostre antenate per darci la
possibilità di festeggiare oggi. E credetemi non lo hanno fatto per vedervi ubriacare nei locali fino a
vomitare o per farvi urlare alla vista di un uomo in perizoma maculato che balla su un palco.
A partire dai diritti al voto nel lontano 1946, al diritto all’aborto e al divorzio.
Immaginate una società dove l’adulterio era considerato un reato, punito spesso anche con la morte.
Ecco cosa hanno dovuto sopportare le donne. Franca Viola vi dice niente? Nel 1965 il suo ex fidanzato
Filippo Melodia un malavitoso locale dopo averla rapita pestato a sangue i suoi parenti la violentò.
All’epoca con un matrimonio riparatore tutto sarebbe stato oscurato e il mezzo uomo l’avrebbe fatta
franca. Lei si dichiarò invece “SVERGOGNATA” andando contro lo stato la mafia e una società bigotta che
avrebbe giudicato lei colpevole. Al suo fianco il padre Bernardo che la sostenne rischiando anche il proprio
lavoro. In tribunale con queste parole “l’onore lo perde chi le fa certe cose non chi le subisce”. Franca vince
la causa, ma dovremmo aspettare molti altri anni prima che il matrimonio riparatore e il delitto d’onore
scompaiano dal codice penale.
Andiamo a vedere come è cambiato anche l’abbigliamento nel tempo. Vigevano addirittura delle leggi che
illustravano l’abbigliamento decoroso e adatto in pubblico, le LEGGI SUNTUARIE che apparvero in Italia fin
dal 200. Col passare degli anni diventarono sempre più minuziose e avevano il principale scopo di limitare
l’ostentazione del lusso e di distinguere i gruppi sociali obbligandoli ad indossare segni distintivi.
Insomma qui furono gettate le basi della discriminazione e del razzismo che ancora oggi nel 2022 si
verificano più che mai. Tra le leggi più discriminanti vi erano quelle che colpivano gli ebrei, obbligati a
portare un cappello a punta o un contrassegno colorato sul braccio.
Nel 1789 in Francia, alla vigilia della rivoluzione, i borghesi si presentarono all’apertura degli Stati generali
in abito nero e cravatta bianca, indumenti che erano stati loro imposti per umiliarli mentre l’aristocrazia era
addobbata con estremo sfarzo. Il forte contrasto di colori provocò invece l’effetto opposto, e i semplici abiti
dei borghesi diventarono simbolo di pulizia morale e di nuovi ideali. Il primo provvedimento dell’Assemblea
nazionale costituente fu l’abolizione di ogni differenza di classe nell’abbigliamento.
Gli abiti femminili indossati dalle donne durante l’epoca Vittoriana sono di gran classe, in stile Romantico
caratteristico ottocentesco, corsetti, sottogonne, crinoline. Però quanta roba.
Con Paul Poiret si ha la prima innovazione. Libera il corpo da tutte queste restrizioni in favore di abiti sciolti
e morbidi che introducono lo stile IMPERO.
Siamo negli anni 60’ e con Chanel si ha la Rivoluzione. Con la collezione “LE GARCONNE” si fa un grosso
passo avanti verso l’emancipazione femminile. Le donne indossano i Pantaloni, i Tailleur (fino ad allora
riservati solo agli uomini).
Non meno importante la creazione delle prime minigonne, realizzate da Mary Quant.
Il rosso, nell’epoca delle leggi suntuarie era considerato il colore indossato dalle prostitute. Valentino nel
secolo scorso gli ha ridato una nuova vita facendolo diventare il colore dell’eleganza e dello charm.
Anche le cose che apparentemente sembrano le più scandalose possono rivelare grandi opportunità.
Uscite dagli stereotipi, oltrepassate i dogmi che la società vi impone, siate capaci di andare oltre. Andate
oltre.
Risvegliate i vostri sensi, aprite le vostre menti, i ciliegi sono in fiore, è quasi Primavera!
Uscite dal letargo, è ora di vivere!
Cheers
Samantha Esse
Istituto Professione Moda